Omotossicologia
L'omotossicologia (omeopatia antiomotossica) è considerata l'evoluzione in senso moderno e scientifico dell'omeopatia classica.
Secondo l'omotossicologia, le malattie sono l'espressione della lotta che l'organismo mette in atto contro le numerose sostanze tossiche (omotossine) che, per cause esogene o endogene, si accumulano al suo interno.
Obiettivo finale è il ristabilimento dei meccanismi di disintossicazione naturali dell'organismo.
Un po' di storia
Dopo decenni di attività professionale come omeopata, il medico tedesco Hans-Heinrich Reckeweg si dedicò alla ricerca scientifica ed elaborò una nuova interpretazione dell'omeopatia, integrandovi molti concetti della medicina convenzionale.
Secondo Reckeweg, infatti, l'omeopatia non può rimanere ancorata alle regole dettate da Hahnemann due secoli fa e deve tenere conto delle più recenti scoperte della medicina, della biochimica e della fisica.
A partire dagli anni Cinquanta, egli sviluppò il concetto di omotossicologia come tentativo di sintesi tra l'omeopatia e la medicina tradizionale, mettendo a punto uno specifico tipo di terapia e introducendo nuovi rimedi e nuove formulazioni nella farmacopea omeopatica.
Come agisce
L'omotossicologia considera la malattia come una violenta reazione del sistema immunitario all'aggressione di un agente tossico, o omotossina (farmaci chimici, sostanze inquinanti, prodotti tossici dei processi cellulari, virus, batteri).
Quando un agente tossico penetra nell'organismo, il sistema immunitario attiva una reazione di difesa in grado di bloccarlo; il corpo elimina la tossina in modo naturale attraverso vie di escrezione fisiologiche, come sudore, urina, feci, catarro, aria espirata, evitando così lo sviluppo della malattia.
Se però la risposta immunitaria non è sufficiente a espellere le tossine, queste si accumulano nei tessuti dando luogo alle malattie.
La terapia omotossicologica si propone di attivare e potenziare il sistema di difese naturali dell'organismo, aiutandolo a eliminare gli agenti tossici e a ritrovare il suo originario stato di benessere.
Le regole di base
L'omotossicologia si basa su tre leggi fondamentali: sinergismo, effetto inverso e simile.
La legge del sinergismo afferma che l'associazione di più principi omeopatici scelti in modo opportuno esplica un effetto superiore all'attività dei singoli componenti: le sostanze medicamentose, dunque, risultano più efficaci se assunte combinate tra loro piuttosto che singolarmente.
La legge dell'effetto inverso sostiene che dosi elevate di una sostanza attiva hanno un effetto tossico sulla funzionalità di un organo o di una cellula, mentre dosi basse hanno un effetto stimolante; in pratica, una tossina somministrata in diluizione omeopatica non solo perde la sua tossicità, ma invertendo il suo effetto aiuta l'organismo a disintossicarsi da se stessa o da tossine simili.
La legge del simile riprende il concetto fondamentale dell'omeopatia classica e afferma che la malattia può essere curata somministrando al malato la tossina simile che, sperimentata su soggetti sani, ha provocato la malattia che si vuole curare. In omotossicologia i sintomi sono inquadrati secondo la cosiddetta "Tavola delle Omotossicosi", uno schema che suddivide le malattie in base al grado di compromissione dell'organismo, secondo sei fasi successive: le tre "Fasi Umorali" di escrezione, reazione e deposito corrispondono al periodo iniziale di tutti i processi patologici, in cui i meccanismi di difesa dell'organismo sono ancora attivi e la prognosi è favorevole; le "Fasi Cellulari" di impregnazione, degenerazione e neoplastica (irreversibile) rappresentano l'evoluzione peggiorativa del processo patologico, con prognosi via via più sfavorevole.
I rimedi biologici
L'omotossicologia fa uso di farmaci che rispondono alle sue tre leggi fondamentali; si tratta di rimedi complessi formati da un'associazione di sostanze che agiscono secondo un'azione sinergica.
Vi figurano anche numerosi rimedi omeopatici unitari (i cosiddetti "injeel") in accordo di potenza, in cui alla diluizione di base, bassa o media, sono aggiunte diluizioni molto più alte dello stesso farmaco, così da ottenere un ampio spettro d'azione.
Numerosi preparati antiomotossici contengono, accanto ai rimedi omeopatici classici (derivati da piante, minerali, animali), sostanze che servono a rendere non solo più estensiva, ma anche maggiormente incisiva la terapia.
Tra questi compaiono i rimedi "nosodi", ricavati da prodotti del metabolismo, parti del corpo, virus, batteri non più infetti; preparati di organo di suino, usati nelle malattie croniche e quando vi è un danno di organo; catalizzatori intermedi, considerati importanti nei processi chimici cellulari; allopatici omeopatizzati, derivati da sostanze usate nei farmaci chimici tradizionali ma che, a dosi omeopatiche, svolgono la funzione di antidoto permettendone la disintossicazione.
La terapia
La visita presso uno specialista in omotossicologia prevede un colloquio iniziale durante il quale si cerca di ricavare una visione completa dello stato generale del paziente, per poi inquadrare i sintomi secondo la "Tavola delle omotossicosi".
I sintomi del paziente vengono inquadrati in una specifica fase, per impostare poi una terapia che stimoli la risposta immunitaria dell'organismo attivandone il processo di autoguarigione.
Molti omotossicologi si avvalgono, durante la visita, di specifiche indagini svolte tramite strumenti bioelettrici (come l'EAV), che consentono una diagnosi precisa e sono in grado di testare i farmaci più indicati per il paziente, oltre a scoprire eventuali allergie o intolleranze alimentari.